quando il disordine è solo apparenza.. e l'apparenza inganna


Informazione e controinformazione, la nascita della vita ovvero una serie di testi dedicati alle mamme e ai nuovi arrivati, dal sonno allo svezzamento e ancora la passione della cucina, una serie di ricette mie e una raccolta di quelle scritte dalle mie amate mamme 2010 insomma.. di tutto di più!
VG

domenica 27 febbraio 2011

Lampade a basso consumo, la Svizzera invita a stare lontani


Ebbene si, tra le miliardi di cose che si scoprono essere dannose per noi, adesso sotto accusa ci sono anche le lampade a risparmi energetico!!!

L'ufficio federale della sanità pubblica svizzera ci invita a stare lontani da queste lampade almeno 30 cm, distanza in cui l'emissione dei famigerati campi magnetici rientra nella soglia raccomandata dalla International Commission for Nonionizing Radiation Protection.


Lo studio è stato eseguito dal  «It'Is Foundation» (Fondazione di ricerca sulle tecnologie dell'informazione nella società) di Zurigo diretta dal professor Niels Kuster del locale Politecnico e ha dimostrato che questi campi, ad una distanza inferiore appunto di 30 cm, sono in grado di provocare infiammazioni dei nervi e dei muscoli!!


Quindi mi raccomando, se avete lampade da scrivania che sono a risparmio energetico, mettetele ad una distanza ragionevole :o))


E ricordate anche che sono da considerarsi rifiuti pericolosi perché contengono mercurio e devono essere smaltite con procedure particolari in luoghi appositi. Nel caso di rottura accidentale il mercurio liquido contenuto in esse potrebbe disperdersi in casa, sarà quindi necessario aerare abbondantemente i locali ed usare del nastro adesivo per raccogliere il mercurio che va posto all’interno di sacchetti ben sigillati da destinare alla raccolta di materiali pericolosi.


fonti
Corriere della sera
Eco Olbia

venerdì 25 febbraio 2011

Metodi meno dolci





METODI CON QUALCHE LACRIMA

Sono ormai molto famosi perchè hanno un'alta percentuale di successo. Si parla dei metodi di Ferber, Estvill.
In realtà Estvill si rifà a quello elaborato dal noto pediatra Richard Ferber direttore del Center for Pediatric Sleep Disorders a Boston e reso pubblico tramite il libro Solve Your Child’s Sleep Problems nel 1985.

In entrambi i casi (Estvill e Ferber) si ha la garanzia di ottenere il successo sul 98% dei casi, quindi qualsiasi sia il carattere del bambino, qualsiasi sia l'età; infatti ad esempio ad Estvill non importa quale sia l'età, può avere 10 mesi o 4 anni.. per lui è indifferente cito testualmente”non c'è nessuna differenza tra un bebé e un bambino di quattro anni “
Inoltre in entrambi i casi si ritiene che il sonno sia un'abitudine che vada appresa e che sia quindi determinata solo da fattori esterni e che bisogna solo inculcarla definitivamente. Paragona, l'insegnare a dormire, a gesti come: mettere il bambino sul seggiolone, proporgli il cucchiaino, mettergli il bavaglino, gesti che sono solo meccanici.

Ma andiamo al metodo Estvill in grandi linee.
Si deve intanto creare un ambiente unico e destinato al sonno del bambino che sia sempre lo stesso. La sua cameretta. Poi si deve fissare un orario e anche questo non dovrà variare mai. Quando è giunta l'ora della nanna, i genitori (o l'uno o l'altro) portano il bambino in camera e dopo circa dieci minuti di coccole gli dicono qualche frase che dovrà restare anche questa sempre invariata e che segnerà l'inizio del sonno, che avrà lo scopo di rassicurarlo. Dopo di che escono dalla stanza e il bambino con tutta probabilità si metterà a piangere. A questo punto Estvill ha elaborato tutto un piano di rientri e di minuti di attesa per i genitori. In questo modo assicura entro una settimana il successo garantito. Diciamo che il fallimento di questo metodo lo attribuisce ai genitori e non al metodo in quanto proprio lui afferma che basta che il bambino sgarri una volta che il metodo fallisce scaricando inevitabilmente la responsabilità sui genitori che non sono stati abbastanza fermi e convinti nell'eseguire il metodo per filo e per segno. Lui stesso dice (a pg 61): Qui mamma e papà dovranno dimostrare la loro vera forza. Non dovranno pensare a Paolino che, in segno di supplica, alza i braccini con un viso triste o che, se più grande, urla tutta la sua disperazione [..] Piangerà, urlerà, singhiozzerà fino a strangolarsi, vomiterà, si agiterà in preda a convulsioni, dirà “sete”, “fame”, “bua” “ti prego”, “non ti voglio più” e quant’altro pur di riuscire a piegarvi. Ma voi fate finta di nulla, siate stoici.

In generale ci sono delle regole da seguire:

il metodo deve durare una settimana (ma si ritiene che il successo possa arrivare molto prima)
deve essere fatto in una stanza che sia quella del bambino e non in camera dei genitori
non si devono toccare quando si rientra per rassicurarli, quindi solo parole.
Se piangono di notte (i risvegli) non bisogna fare nulla (dare da bere, rimettergli il ciuccio ecc) solo continuare con i rientri e le rassicurazioni verbali.

PRO E CONTRO
Il bambino con tutta probabilità avrà imparato a dormire da solo, quindi il pro è sicuramente il fatto che si ottiene il risultato sperato. Il fatto che pianga anche per periodi piuttosto lunghi non è visto come un grosso problema o un trauma, afferma Spock, che la maggior parte dei bambini piangeranno per un massimo di 30 minuti la prima notte, e vedendo che non serve a niente, si addormenteranno. Scrive: "Credo che a questa età piangano solo per rabbia... andare da loro li fa arrabbiare ancora di più e li fa piangere molto più a lungo".
Dott. William Sears, autore di "The Baby Book" e altri libri.
Quindi per chi è a favore di questo metodo, la risposta ai dubbi che molti hanno è che il metodo non è così terribile e che effettivamente il bambino impara a dormire da solo.
Di contro, per riuscire ad attuare questo metodo bisogna essere molto fermi, ma soprattutto molto convinti. Non è facile sentir piangere il proprio bambino, sentirlo chiedere aiuto e non andarci. Non è un metodo adatto a tutti.
Le molte critiche ricevute anche da autorevoli pediatri sono tante e riguardano soprattutto la metodologia. Nessuno infatti afferma che il metodo non sia efficace, ma il prezzo da pagare per ottenere il risultato è veramente così privo di effetti collaterali?
C'è chi dice si e chi dice no.

Per sapere meglio i motivi di chi è contrario a questo metodo vi suggerisco questo video
http://www.youtube.com/watch?v=ElqDnKZydGs

e questo che è la sua applicazione ad un bambino già più grande, nonostante Estvill affermi che il suo metodo valga anche per queste situazioni.
http://www.youtube.com/watch?v=i6_t100Nj2Y&feature=related

Molti sono i genitori che hanno adottato questo metodo e si ritengono non solo non pentiti ma anche soddisfatti dal risultato, affermano che sono bastate solo poche ore di pianto complessive in pochi giorni, sostengono che non è così crudele come lo si vede nell'ultimo video. C'è anche chi afferma che l'isteria di quel bambino nel video è una palese dimostrazione del vizio di avere la mamma accanto. Ma anche se fosse un vizio, interrompere così di punto in bianco una cosa perpetrata da mesi o peggio anni, non è forse doloroso? Non è dolore quello che il bambino sta manifestando? E soprattutto la colpa di questo vizio chi ce l'ha? Molti contrari a questi metodi rispondono che i genitori sbagliano, si pentono.. ma alla fine sono i bambini quelli che poi ne pagano le conseguenze. Per questa ragione io ritengo che chiunque è libero di seguire il metodo che preferisce e che ritiene più vicino alla sua indole, al suo carattere, ma è importante anche che tenga conto del bambino, del suo carattere e delle sue abitudini. Che decida di adottare questo o quel metodo ma sempre considerando il cuore di mamma che non sbaglia mai.

Ci sono bambini e genitori che hanno adottato questo metodo e adesso sono felici e contenti, ci sono genitori e bambini che non hanno adottato questo metodo e sono altrettanto felici e contenti.

Sapere e conoscere quali sono i pro e quali i contro ci aiuta ad avere un approccio più critico verso questo o quel metodo, cosa a mio parere importantissima prima di effettuare la nostra scelta.



IMPORTANTE


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Il dottor Richard Ferber, autore di "Solve Your Child's Sleep Problems", parlando di questo approccio molto utilizzato e apparentemente spietato, consiglia di non utilizzarlo con i bambini di età inferiore ai 7 mesi. 


C'è anche da dire che questo metodo non *permette* di toccare il bambino quando questo chiede aiuto e che non c'è nessun trauma emotivo o fisico in questo. Ricordiamoci però che i bambini hanno un sacco di cellule nel cervello ma queste devono essere inteconnesse fra loro per *funzionare bene*, le fibre nervose che collegano queste cellule sono i dendriti. L'unica cosa che sviluppa i dendriti è il contatto. E' stato dimostrato scientificamente chè c'è una connessione fondamentale tra lo sviluppo del cervello di un bambino e la loro attività.

Questi sono comunque 10 ragioni per non lasciar piangere un bambino:

1. I primi tentativi di comunicare da parte di un bambino non possono avvenire con le parole, ma possono essere solo non verbali. Non sa esprimere con parole le emozioni di felicità, ma può sorridere. Non è in grado di esprimere con parole le emozioni di tristezza o rabbia, ma può piangere. Se il suo sorriso riceve una risposta, mentre il suo pianto viene ignorato, potrebbe ricevere il messaggio dannoso di poter essere amato e accudito solo quando è felice. I bambini che ricevono continuamente questo messaggio attraverso gli anni non si sentiranno mai veramente amati e accettati.

2. Se i tentativi del bambino di comunicare tristezza o rabbia vengono sistematicamente ignorati, non può imparare in che modo esprimere quei sentimenti con le parole. Il pianto ha bisogno di ricevere una reazione appropriata e positiva affinché il bambino capisca che tutte le sue emozioni sono accettate. Se le sue emozioni non sono accettate, e viene ignorato o punito perché piange, egli riceve il messaggio che la tristezza e la rabbia sono inaccettabili, non importa come siano espresse. È impossibile per un bambino capire che le espressioni di tristezza o di rabbia potrebbero essere accettate con parole appropriate una volta che sia cresciuto e in grado di usare tali parole. Un bambino sa soltanto comunicare nei modi che gli sono possibili ad ogni età,può solo riuscire a fare quello che ha avuto l’opportunità di imparare. Ogni bambino fa il suo meglio secondo la sua età, l’esperienza, e le circostanze del momento. È decisamente sleale punire un bambino per non aver fatto più di quanto sappia fare.

3. Un bambino al quale sia stato dato il messaggio che i suoi genitori gli risponderanno solo quando lui è "buono" inizierà a nascondere il "cattivo" comportamento e le "brutte" emozioni agli altri, e anche a se stesso. Rischia di diventare un adulto che sopprime le brutte emozioni e non è capace di comunicare la piena varietà di emozioni umane. Infatti, ci sono molti adulti i quali trovano difficile esprimere rabbia, tristezza, o altre "brutte" emozioni nei modi appropriati.

4. La rabbia che non può essere espressa nella prima infanzia non scompare semplicemente. Diventa repressa e si accumula col passare degli anni, fino a quando il bambino non è più capace di contenerla, ed è cresciuto abbastanza da non temere più una punizione fisica. Quando alla fine questo contenitore di rabbia si spalanca, i genitori possono essere scioccati e perplessi. Hanno dimenticato le centinaia o migliaia di momenti di frustrazione che hanno riempito questo contenitore durante gli anni. Il principio psicologico che "la frustrazione porta all’aggressività" non è mai così ben visibile quanto nella ribellione finale di un adolescente. I genitori dovrebbero essere aiutati a capire quanto sia frustrante per un bambino sentirsi invisibile quando il suo pianto è ignorato, o sentirsi indifeso e scoraggiato quando i suoi tentativi di esprimere i suoi bisogni e i suoi sentimenti vengono ignorati o puniti.

5. Siamo tutti nati sapendo che ogni emozione che proviamo è legittima. Gradualmente perdiamo questa convinzione se solo la parte "buona" di noi stessi ci fornisce risposte positive. Questa è una tragedia, perché solo quando accettiamo pienamente noi stessi e gli altri, nonostante gli errori, possiamo avere relazioni davvero amorevoli. Se non siamo pienamente amati e accettati nell’infanzia, rischiamo di non imparare mai cosa si prova o come si comunica tale accettazione verso gli altri, non importa quanta terapia o letture o riflessioni facciamo. Quanto più serene sarebbero le nostre vite se semplicemente avessimo ricevuto amore incondizionato attraverso i nostri primi anni!

6. I genitori che si chiedono se rispondere o no al pianto dovrebbero riflettere su quali sarebbero le loro reazioni in situazioni simili. Alcuni genitori considerano appropriato ignorare il pianto di un bambino, eppure, provano intensa rabbia se il loro partner li ignora quando tentano di fare conversazione. Molti nella nostra società sembrano credere che una persona debba avere una certa età per avere il diritto di essere ascoltata. Ma quale età sarebbe? Neonati e bambini non sono persone meno importanti solo perché sono piccoli e indifesi. Anzi, più qualcuno è indifeso, più merita la nostra compassione, attenzione e assistenza.

7. Se ai bambini si insegna attraverso l’esempio che le persone indifese meritano di essere ignorate, rischiano di perdere quella compassione per gli altri con la quale tutti noi esseri umani siamo nati. Se, da neonati indifesi, i loro strilli vengono ignorati, iniziano a credere che questa sia la reazione appropriata verso quelli che sono più deboli di loro stessi, e alla "Legge del più forte". Senza compassione, si prepara la fase della violenza che verrà in seguito. Quelli che si chiedono come un criminale abbia potuto non avere pietà per le sue vittime devono considerare le origini della perdita di quella compassione. La compassione non scompare improvvisamente. Viene rubata, attraverso un allevamento indifferente o punitivo, goccia dopo goccia, finché si esaurisce. La perdita della compassione è la tragedia più grande che possa capitare a un bambino.

8. Quando un bambino impara dall’esempio dei suoi genitori che è giusto ignorare il pianto di un neonato, egli tratterà con naturalezza allo stesso modo i propri bambini, a meno che ci sia qualche intervento di altri. Essere inadatti come genitori è qualcosa che si tramanda per generazioni fino a quando delle circostanze fortuite cambiano quel modello. Quanto sarebbe stato molto più facile per un genitore aver imparato durante l’infanzia come si trattano i propri figli! Forse il circolo vizioso dei comportamenti sbagliati dei genitori può iniziare a cambiare quando mai più degli spettatori passino e si allontanino da un bambino che piange disperatamente senza fermarsi per aiutarlo. Questa potrebbe essere la prima volta che un bambino riceve il messaggio che i suoi sentimenti sono legittimi ed importanti, e questo messaggio cruciale sarà ricordato più tardi quando loro stessi avranno un bambino.

9. Il pianto è un segnale provvisto dalla natura allo scopo di disturbare i genitori affinché vadano incontro ai bisogni del neonato. Ignorare il pianto di un bambino è come ignorare la sirena di un allarme antincendio perché ci dà fastidio. Il segnale è stato progettato per disturbarci così che possiamo prestare attenzione a una situazione importante. Solo una persona sorda ignorerebbe un allarme antincendio, eppure molti genitori si fingono sordi al pianto del loro bambino. Il piangere, come il segnale d’allarme, serve a catturare la nostra attenzione così che possiamo soddisfare i bisogni importanti del bambino. La natura non avrebbe mai dotato i bambini di un richiamo ricorrente senza una ragione.

10. Genitori che reagiscono solo a un "buon" comportamento possono essere convinti che stanno allevando il bambino a comportarsi "meglio". Eppure loro stessi sentono di collaborare più volentieri con chi li tratta con gentilezza. È come se i bambini fossero percepiti come una specie diversa, che funziona secondo principi di comportamento diversi. Questo è assurdo, perché sarebbe impossibile identificare un momento nel quale il bambino cambia improvvisamente verso principi di comportamento "adulti". La verità è molto più semplice: i bambini sono esseri umani che si comportano secondo gli stessi principi degli altri esseri umani. Come il resto di noi, reagiscono nel modo migliore alla gentilezza, pazienza e comprensione. I genitori che si chiedono perché un bambino sia "maleducato" dovrebbero soffermarsi a riflettere su questo punto: "Io me la sento di collaborare quando qualcuno mi tratta bene, oppure quando qualcuno mi tratta nel modo come ho appena trattato mio figlio?"

Jan Hunt
Tratto da da http://www.naturalchild.it/

PERCHE' CI SONO DIVERSI METODI E QUALI SONO





i consigli degli esperti...

Il motivo per cui ci sono diversi metodi è fin troppo ovvio e mi pare di averlo anche già detto in precedenza; ogni bambino è diverso, ogni donna è diversa. Va da sé che non esiste e non esisterà mai un metodo che possa valere per tutti i bambini, ognuno di loro infatti avrà una sua sensibilità particolare, un suo carattere e anche un suo trascorso, per quanto breve, come la vita nella pancia e il parto.
Anche se sembra assurdo, pure il periodo che ha vissuto all'interno del nostro corpo può influire sulla difficoltà ad addormentarsi. E' infatti stato studiato che la vita intrauterina segna e agisce sul carattere, sul comportamento, sulla sfera psicologica ma anche sulla futura vita relazionale del nascituro. Per questa ragione si consiglia sempre di vivere il periodo di gestazione nel modo più sereno possibile, magari ascoltando musica classica che rilassa sia il feto che la madre, evitando di stancarsi troppo e così via.

Ma quando ormai è nato?
Qui cominciano invece le varie teorie, c'è chi afferma che sin da subito bisogna abituarli a dormire, a capire il giorno e la notte, altri che spostano quest'impegno più in là ma non oltre i tre mesi.. e chi invece afferma che questo genere di regole verranno da sole, e che ogni bambino, se saputo ascoltare si saprà regolare da solo sia nel mangiare che nel dormire e che la difficoltà nasce solo nella difficoltà che abbiamo noi mamme nel capire i suoi segnali di sonno.

Si perchè ogni bimbo è diverso dall'altro, ma per quanto riguarda i segnali possiamo dire che chi più chi meno hanno lo stesso modo di comunicare il fatidico *mamma ho sonno*.
E' molto importante riuscire a stabilire questo canale comunicativo col nostro bambino; questo è rappresentato dagli scambi interattivi e regolari con la madre, scambi prevedibili e coerenti che creano un sistema di aspettative condivise che il bambino giunge a riconoscere, ricordare e attendere e saranno questi che gli permetteranno di sviluppare un senso di fiducia e sicurezza sul quale organizzare la propria esperienza. Con il trascorrere dei mesi le ripetute interazioni tra in bambino e la madre aiuteranno il bambino a sviluppare meccanismi autoregolativi in risposta ai suoi segnali interni biologici.


Spesso infatti i problemi legati al sonno sono causati proprio da una mancata risposta a questi bisogni

Un pediatra affermava che: una mamma deve sempre sapersi mettere in discussione, non convincere se stessa che è assurdo che lei non capisca suo figlio e giustificando la cosa convincendosi che è il bambino che non ha sonno. Non esistono neonati che non vogliono dormire, esistono neonati che non sono ancora capaci a farlo da soli e noi abbiamo il dovere di insegnarglielo.

Detto ciò possiamo passare in rassegna tutti quei piccoli segnali che indicano la stanchezza di un neonato.

Nei primi mesi il pianto è l'unico segnale evidente, perchè ancora il bambino non è in grado, anche se poi lo farà comunque inconsciamente, di manifestare il disagio da sonno in altri modi. Di solito il pianto da sonno è molto simile a quello della fame, ma comincia piano, con un lamento, per arrivare ad un vero e proprio pianto di disperazione se non siamo state veloci nel capirlo e quindi nell'aiutarlo ad addormentarsi. Brazelton (noto pediatra) ha associato il pianto oltre che ai bisogni primari come la fame, freddo, sonno, anche il pianto da stanchezza (oltre quello della noia e del malessere distinti tra loro rispettivamente il primo come un piagnucolio ad intermittenza e il secondo come un pianto molto forte, vigoroso e anche questo a intermittenza). Quello di stanchezza che precede quello da sonno è invece come vi ho già descritto, un pianto che comincia piano per intensificarsi via via che non viene ascoltato. Fino a diventare un pianto forte di spossatezza.
Passando i mesi i segnali cominciano ad essere più chiari:
strofinamento degli occhi, e delle orecchie, primissimo sintomo, seguito da leggeri lamenti, sbadigli, lamenti sempre più insistenti, potrà essere visibile negli occhi del neonato (o anche attorno questi con delle piccole borsette rosse) un leggero rossore, determinato proprio dalla stanchezza, a questo punto si arriverà al pianto vero e proprio, un sorta di urlo che significa solo
mamma ho sonno aiutami a dormire.

Ogni mamma deve essere consapevole che i primi mesi dormirà poco o niente, per questa ragione è molto importante avere un conforto, un aiuto dai familiari qualsiasi cosa che le consenta di riposare. Un'ottima idea è dormire quando dorme il neonato.. anche in ore che non sono usuali per la mamma in questione. Essere consapevoli di ciò ci aiuta ad avere più pazienza e a tollerare meglio le difficoltà nell'addormentare il bambino.

Quando è ora della nanna

Arriva un momento in cui cominciano i primi segnali di sonno, se siamo state abbastanza brave a coglierli avremo sin da subito una risposta positiva da parte del bambino che non faticherà ad addormentarsi. Anche in questo caso tutto dipende dalla sua età.


RIFLESSIONI

I genitori che decidono di adottare metodi rigidi vengono spesso definiti come incoscienti, mentre i genitori che adottano i metodi più dolci vengono tacciati come deboli, debolezza che poi verrà assorbita dal figlio, il quale sarà insicuro e mammone.
La cosa incredibile è come invece, chi sostiene questi metodi, pensa esattamente il contrario.
Chi adotta il metodo Estvill pensa che suo figlio da grande sarà più indipendente
Chi adotta il metodo Dolce pensa che sarà suo figlio ad essere più indipendente..

La diatriba si sviluppa in questa matassa di convinzioni ma, alla fine, nessuna sa in realtà, con certezza scientifica, quale sia veramente migliore (e non efficace.. che è molto diverso) e la scelta di decidere se adottare o l'uno o l'altro metodo è dettata solo, da una parte dal sentito dire che si ha il risultato al quasi 100% e dall'altra parte invece dalla convinzione che seguire il proprio istinto e ascoltare il pianto del proprio figlio è una cosa del tutto naturale e spontanea, quindi sicuramente non sbagliata.

Sciogliamo la mattassa... (to be continued)

In realtà di prove scientifiche a favore del metodo Estvill non ne esistono (se ci sono fatemele conoscere così da poterle sviluppare e inserire in questo testo...), mentre al contrario, prove scientifiche sui metodi più dolci si.
Le prove si intendono non a favore/sfavore dell'efficacia, ma prove che un metodo sia adatto, consono, ma soprattutto non dannoso al bambino.

I sostenitori di Estvill/Ferber sostengono che non ci sia nulla di dannoso che magari loro sono stati cresciuti proprio così (ma ricordo di rileggere il punto 8 dei motivi per cui non fare piangere )

fonti
http://www.tuttomamma.com/sonno-bambino/11628/
http://nanna.blogmamma.it/2010/02/22/la-regolazione-degli-stati-di-sonno-e-veglia-nei-neonati/

Metodi dolci per farlo dormire





METODI SENZA LACRIME



Così come viene criticato il metodo *strappalacrime* di Estvill/Ferber così anche i metodi più dolci vengono quasi derisi da chi crede che qualche lacrima farà più bene che male.
Qui non si vuol dire chi come e perchè abbia ragione, ognuno ripeto a dire, sceglierà il metodo che più si avvicina alla sua indole e al carattere del figlio.
I metodi più dolci sono quelli che partono dal presupposto di ascoltare il proprio bambino, cercare di comunicare con lui avendo cura di non lasciarlo solo nel momento del bisogno, il pianto è comunicazione, ascoltarlo e capirlo è fondamentale per chi sostiene metodi meno severi.
Nei punti precedentemente scritti sul perchè non si lascia piangere un bambino sono scritte le motivazioni che portano i genitori a preferire questo metodo piuttosto che quello di Estvill/Ferber.

MA QUALI SONO QUESTI METODI?

Anche i questi metodi è importante stabilire una routine, ognuno è libero di scegliere quella che più preferisce o trova più comoda. Bagnetto, pigiamino, latte e nanna oppure fare un massaggio, cantare la ninna nanna. E' importante ricordare come ogni bambino possieda un suo orologio biologico, una routine che segue questi suoi ritmi non fa altro che stabilizzare meglio i suoi orari e così farlo addormentare sarà molto più semplice.
Di contro se si indugia troppo nel metterlo a nanna il bambino rischia di stancarsi eccessivamente e poi avere difficoltà ad addormentarsi perchè non riesce a rilassarsi, calmarsi.

QUINDI VEDIAMO COME POSSIAMO FAR RILASSARE IL NOSTRO BAMBINO

Tra le cose che favoriscono un rilassamento sono da annoverare: delle fiabe per la buonanotte, un sedia a dondolo che lo culli prima di fare la nanna, un bel massaggio, un bagnetto caldo, un biberon di latte caldo, una ninna nanna, coccole molto delicate e calme, ridurre al minimo tutti gli stimoli esterni, evitare giochi troppo eccitanti, parargli con tono calmo e basso, un *rumore bianco* di sottofondo; ci sono bambini che si rilassano anche ascoltando il suone del phon, o un ventilatore o un deumidificatore. Ci sono apparecchi anche in vendita che simulano diversi suoni come le onde del mare, il battito cardiaco, il canto dei grilli, alcuni addirittura, camuffati sotto peluches, simulano anche i rumori che il bambino ascoltava mentre era all'interno dell'utero (http://www.eurekakids.net/it/infanzia/prince-lionheart/orsetto-tummy-sleep-5-funzioni/302170).
Tutti questi ingredienti anche mescolati tra loro favoriscono un rilassamento del bambino il quale si preparerà fisicamente ad affrontare la notte.
Un'altra buona abitudine (questa vale ovviamente anche per chi decidesse di seguire il metodo Estvill/Ferber) è quella di mantenere la stanzetta ad una temperatura non superiore ai 18 C° e non inferiore ai 17 C°. Molto spesso a determinare i risvegli sono proprio le temperature della stanza, quindi o per il caldo o per il freddo.


I metodi dolci si dividono in base alle diverse tecniche che si preferisce usare. Infatti, proprio perchè nascono da un ascolto sia dei diversi caratteri del genitore che del bambino, possono avere applicazioni molto diverse tra loro.

vediamone qualcuno.


COME FAR ADDORMENTARE IL BIMBO SENZA IL SENO


L'IMPORTANZA DEL RITUALE

Ci sono genitori che portano il bimbo in macchina per ore, quelli che li dondolano, quelli che cantano la ninnananna, quelli che raccontano storie, io facevo addormentare la mia primogenita facendole passare il phon tiepido sul corpo! Ogni genitore trova il modo migliore per Sè e per il suo bambino e questo è il bello!!!

Questi sono solo piccoli spunti, dal quale ognuno possa trarre un'idea, se lo ritiene utile:

- Il segnale del sonno: abbiamo visto che il bambino manda dei segnali precisi quando è stanco. Potremmo dargli un "feedback" di quello che noi abbiamo percepito utilizzando un "segnale" del sonno, che potrebbe essere una canzoncina, una storiella, oppure una semplice parola. Per esempio: "shhh, è ora di fare la nanna", "shhhhhh buona notte". Per far sì che queste parole vengano associate correttamente al sonno utilizzatele SOLO quando il bimbo prova una situazione piacevole, per es. quando lo vedete ormai quasi addormentato e tranquillo.(vedi PNL e condizionamento neuro-associativo, A. Robbins, l'uomo e anche l'animale associano sensazioni corporee interne ed aspetti sensoriali provenienti dal mondo esterno, come ad es. un odore, una musica, un rumore) Quando l'associazione è avvenuta allora le potrete utilizzare per aiutarlo a calmarsi (la parola o il suono faranno "ricordare" la relativa sensazione corporea)

- Preparare "l'ambiente": difficilmente il bambino potrà avere un segnale che è ora di staccare se in casa ci sono ancora le luci accese, la Tv che va, il papà che lavora al PC... impariamo noi stessi l'importanza del rito! Potremmo spegnere le luci e sostituirle con candele almeno una mezz'ora prima di andare a nanna, spegnere ogni apparecchio elettrico, andare tutti insieme in bagno a lavarci, cantare una canzoncina dolce a ripetizione, etc.

- Il bagnetto: un bagno caldo può essere un buon modo di rilassare il bambino prima della nanna, meglio se fatto a lume di candela e insieme a mamma e papà.

- Il massaggio: aiutare il nostro bambino a percepire le sensazioni del suo corpo, rilassarlo, contenerlo, rassicurarlo, quale modo migliore per preparare una buona nottata?

- un oggetto caro: personalmente, l'"oggetto caro" dei miei bambini siamo sempre stati io e il loro papà, infatti si sono sempre addormentati tenendoci la mano o abbracciandoci. Anche a noi adulti piace condividere il letto con le persone che amiamo, non vedo perché dovrebbe essere diverso per i bambini. Detto questo, mi sono resa conto che in particolari momenti della vita siano i nostri stessi bambini a cercare privacy, solitudine, distacco. Perciò, concediamogliela. Possiamo aiutarli a staccarsi da noi durante il sonno utilizzando un "oggetto di transizione" che li faccia sentire protetti anche senza la nostra presenza. Molti bambini usano una copertina morbida e calda, altri un animale di pezza, altri una bambolina, fate entrare questo "oggetto caro" nella routine dell'addormentamento, dandogli l'importanza che gli spetta.

E SE IL RITUALE HA BISOGNO DI ESSERE MODIFICATO?

Con il passare del tempo un rituale che ha sempre dato i suoi frutti potrebbe diventare obsoleto, per es. ho notato che in modo assolutamente naturale il rito che uso con i miei figli è cambiato dal massaggio, alla ninnananna, alla filastrocca, alla storiella inventata, fino a storie sempre più lunghe ed elaborate. Mi pare ovvio che dobbiamo essere noi adulti, sempre in ascolto delle esigenze del bambino, a compiere impercettibili ma significativi cambiamenti nel rituale, che assume così un RITMO (ripetersi di un evento che ogni volta, però, accanto ad elementi conosciuti ne porta di nuovi) Per es. il continuare a far addormentare un bambino di 3 anni nello stesso modo in cui lo si faceva addormentare a 3 mesi implica un tener legato il bambino al passato, a ciò che non è più. Il bambino resta "piccolo" interiormente perché non gli viene permesso di cercare altre strade, di fare la fatica di cambiare, di crescere. Nel cercare di proteggerlo troppo gli si fa in realtà un torto.

Ora, una delle associazioni più forti e difficili da modificare, è l'associazione succhiare-nanna. L 'associazione tra succhiare (il seno, il biberon o il ciuccio) e nanna è la più naturale, dolce e gradevole che il bambino possa avere. Il succhiare è "magico" e permette ai bambini piccoli di essere aiutati a calmarsi, ad addormentarsi, oltre ad essere nutriti, naturalmente. I problemi che possono sorgere sono:

- Come dicevo prima il fatto che al bambino non viene permesso di provare altre strade.

- Difficilmente una mamma riesce a tollerare la situazione per diverse ore della notte per anni (forse proprio perché non è poi così "naturale" come si creda: la natura prevede per le donne un parto ogni 18/24 mesi circa, se osservate cuccioli di animali noterete che nel momento in cui la mamma è pronta per una nuova gravidanza allontana, a volte anche con violenza, i propri cuccioli dal seno, ma questo non provoca in loro nessun "trauma": hanno avuto tutto ciò di cui avevano bisogno. )

- La sindrome del biberon (se nel liquido del biberon, latte formulato, succo, the, tisana, è presente un dolcificante, questo potrebbe provocare carie. Sindrome meno frequente ma non inesistente negli allattati al seno)

- il biberon o il seno come conforto per addormentarsi possono portare il bambino a nutrirsi oltre le sue reali necessità.

Ora, come affievolire nel tempo questa naturale associazione, che il bambino difficilmente potrà cambiare senza il nostro intervento?

il metodo della Rimozione dolce in stile Pantley: scegliete una serata "buona" in cui notate i segnali di sonno e in cui il bambino sta bene. Per far addomentare il bambino, oppure per farlo riaddormentare quando il piccolo si sveglia, fate come siete abituate (col biberon, il ciuccio o il seno), però anziché lasciarlo così e riaddormentarvi, appena notate che il bisogno è stato soddisfatto e il bimbo è in dormiveglia, sfilate con delicatezza il capezzolo (o il ciuccio o il biberon). Soprattutto all'inizio il bambino comincerà a cercarli, ma, se riuscite, toccatelo dolcemente sotto il mento o sulle labbra per aiutarlo a chiudere la bocca. potete anche usare il "segnale del sonno". Se il bimbo vi sembra non calmarsi allora offritegli di nuovo seno etc. finché non vi sembri di nuovo quasi addormentato allora procedete di nuovo. Ci possono volere anche 5 tentativi, ma in genere oltre a questo limite il bambino si addormenterà (in caso contrario significa che non è il momento giusto, o perché ha qualche malessere, o è troppo nervoso, etc. allora aspettate un giorno più propizio). Usate questo metodo solo la sera e la notte finché l'associazione tra succhiare e nanna si fa meno forte. In genere sarà il bambino stesso che appena appagato si staccherà autonomamente e si girerà dall'altra parte per dormire. Sarà a questo punto naturale per lui cercare sempre meno un supporto esterno per dormire e di conseguenza miglioreranno il pisolino pomeridiano e il sonno notturno, senza nemmeno una lacrima versata o stancanti tira e molla.

Tenere un "diario": mentre provate con i metodi sopra descritti potete tenere un resoconto delle nottate, per verificare che effettivamente la situazione stia migliorando e per monitorare le esigenze del bambino, per es. se in ogni caso e con ogni metodo il bambino si sveglia alle 3 di notte significa che la sua è una reale esigenza e quindi è giusto portare pazienza e aspettare che gli eventi facciano il loro corso.

Tutti i metodi sopra descritti non sono contro l'allattamento al seno, anzi, il fatto di imparare ad ascoltare il bambino, a riconoscere le sue reali esigenze, a offrirgli alternative valide, permette alle mamme che desiderano continuare ad allattare a lungo di godere pienamente dei momenti di intimità con i propri bambini, sapendo che quella è l'esigenza reale e non un atto dovuto ad "abitudine". Credo che in questo senso l'allattamento al seno allora svolga appieno il suo dovere, non perché è l'unica scelta, ma perché è UNA scelta, personale e consapevole.

Giorno/Notte

Il primo passo da compiere sta nell'imparare a distinguere tra giorno e notte. Il neonato dorme senza distinzione sia il giorno che la notte distribuendo il sonno lungo 6/7 intervalli e questo è necessario affinché si nutra nel modo corretto. E' pero' indicato, fin da subito, cominciare a fargli distinguere il giorno dalla notte: perciò è importante che i pisolini diurni siano in una stanza illuminata, con i rumori quotidiani della casa, e in un posto diverso dalla stanza della notte. La notte, invece, facciamo che la casa diventi più buia e silenziosa. In genere già verso l'anno il bambino regolarizza il sonno a 2 pisolini diurni (in genere metà mattina e metà pomeriggio) e verso i 2 anni (ma anche prima, per alcuni) al sonnellino (anche abbastanza lungo 2/3 ore) al pomeriggio. Naturalmente tutto dipende dal tipo di bambino che abbiamo, cerchiamo comunque di far percepire al bimbo la differenza tra giorno e notte.

I rumori del sonno/Bisogno di essere allattato
Durante il sonno noterete che il bambino si muove ed emette rumori e rumorini. Non tutti i movimenti e rumori che i neonato fa significano "voglio attaccarmi al seno". Quindi impariamo, prima di offrigli il seno, ad "ascoltarlo": aspettiamo il suo segnale, attendiamo. Il piccolo potrebbe riaddormentarsi da solo semplicemente sentendo il vostro respiro. Se desidera essere allattato sarà facile capirlo!

Stiamo in ascolto
L'essere in ascolto del bambino non significa, a mio parere, dargli il seno ogni volta che piange, ma imparare ed osservare i suoi segnali. Il bambino ci segnala che deve evacuare (leggi Vivere senza pannolini) che ha fame, che è stanco, che è annoiato, che è triste e che ha sonno, etc. Non è detto che per ogni evenienza sia indispensabile il seno! Una madre che ascolta sa dare risposte differenziate a seconda delle necessità del bambino. Un bambino non è in grado di staccarsi dal mondo autonomamente e capire che ha bisogno di sonno (come invece può fare un adulto) perciò spetta a noi entrare in sintonia con i suoi segnali per accompagnarlo alla scoperta di sé. Riguardo ai segnali di stanchezza è importantissimo rispondere con tempismo, perché un bambino messo ad addormentarsi quando non è stanco si innervosirà, un bambino tenuto sveglio oltre le sue possibilità non riuscirà più ad addormentarsi con facilità ed avrà un sonno agitato.

Per addormentarsi è necessario il seno?
Sì, se noi lo vogliamo! Ovvero: per una mamma è positivo offrire il seno per dormire fino ai 5 anni? Benissimo, ognuno sceglie per sé! Ma non confondiamo quello che è diventata la routine per il bambino con una sua effettiva necessità! Un bambino al quale non è stata offerta nessun'altra alternativa se non dormire attaccato al seno non potrà liberamente scegliere cosa è meglio per lui, non ha scelta! Per il bimbo è fondamentale il ritmo e il rituale, ma questo non significa che il rituale non possa essere gradualmente modificato con l'avanzare dell'età e col cambiamento delle necessità della famiglia. Se sentite che l'offrire il seno al vostro bambino per Voi non è più l'ideale allora impariamo a creare un nuovo rituale dell'addormentamento.



Per aiutare il bambino a dormire un po' di piu' la notte, consiglio:

- il sonno condiviso
- il metodo dolce che consiste nell'abituare gradualmente il bambino ad addormentarsi senza supporti esterni (ciuccio, seno, biberon, etc.) Procedi cosi': dagli il seno (o ciuccio o biberon o cullare o altro) se piange, per calmarlo, poi quando Ti sembra calmo ma non del tutto addormentato, sfilaglielo. Questo perche' il bambino trovi da solo, lentamente e gradualmente, la capacita' di addormentarsi senza un supporto esterno. Se piange ridaglielo e procedi di nuovo. Vai avanti cosi' finche' il bimbo smette di collegare la nanna con l'avere il seno (o altro) come ciuccio e impara ad addormentarsi da solo. Viene sempre utile in questi casi trovare un nuovo "rituale" dell'addormentamento (alle 7 si abbassano le luci e le voci, si spegne tutto, ci si lava, si mette il pigiama, una storiella, una ninnananna, etc. oppure il bagnetto alle 7, alle 7.30 asciugatura e massaggio, pigiamino, ninnananna, etc.)

Tenete inoltre presente che l'eta' che va dagli 8 ai 12 mesi vede un primo barlume di consapevolezza nascere nel bebe', che di conseguenza ha piu' paure da dover affrontare. Non per niente anche i neonati abituati a dormire da soli nella propria camera a questa eta' cercano giustamene il lettone e la vicinanza di mamma e papa'. La seconda "crisi" dell'eta' avviene tra i 2 anni e 1/2 e i 3, quando comincia l'eta' del NO.

Detto questo e' importante per il bambino che la mamma stia bene e si senta sicura di quello che fa, quindi non ascoltaTe troppo "metodi" consigliati da altri, ma fate cio che sentite sia giusto per Voi e il Vostro bambino.

fonti:
http://www.bimbonaturale.org/node/355
http://bimbonaturale.myblog.it/

libri:

Bésame Mucho
Come crescere i vostri figli con amore
Carlos Gonzáles - Coleman Editore
link http://www.ilgiardinodeilibri.it/libri/__besame_mucho.php

Facciamo La Nanna
Grazia Honegger Fresco - Il Leone Verde Edizioni
link http://www.ilgiardinodeilibri.it/libri/__facciamo_la_nanna.php

Il mio Bambino non mi Dorme
Sara Letardi - Bonomi Edizioni
link http://www.ilgiardinodeilibri.it/edizioni/_bonomi_edizioni.php

101 Modi per Addormentare il Tuo Bambino
Manuale di sopravvivenza per genitori assonnati
Martina Rinaldi - Newton & Compton
link http://www.ilgiardinodeilibri.it/libri/__101_modi_addormentare_tuo_bambino.php

ricordiamoci che...

Ciao mammine... volevo solo dire che un bambino dorme meglio e più a lungo quanto è più serena la famiglia e la giornata che ha vissuto prima di andare a nanna. Infatti è proprio nella fase di addormentamento in cui il corpo comincia a rilassarsi che le ansie, le paure, lo stress subito, vengono a galla rendendo difficoltoso sia l'addormentamento che la tranquillità del sonno.

Cerchiamo di far vivere quanto più possiamo giornate allegre, serene, cerchiamo di non litigare con i nostri compagni, mariti, familiari davanti a loro, perchè se anche non capiscono ancora le parole, sentono gli stati d'animo, soprattutto quelli della mamma, li vivono anche centuplicati rispetto a noi e li sfogano durante la notte.

I nostri figli hanno bisogno prima di tutto di un ambiente emotivamente sereno, questo è uno degli ingredienti FONDAMENTALI non solo per farli crescere bene, ma anche per fargli affrontare la notte, questo distacco dalla realtà, in modo più sereno e fargli vivere il sonno bene e prolungato..

Non dormire la notte non fa male solo a noi mamme che non riusciamo a riposare ma fa ancor più male ai nostri pupi, i quali hanno bisogno di pace e serenità nella loro vita quotidiana.
 ;)

Crema Pasticcera


ingr.


50gr di farina
500ml di latte
6 tuorli
un baccello di vaniglia
150gr di zucchero.


Procedimento


Fare sobbollire il latte (ovvero finire la cottura appena l'ebollizione è appena iniziata) con il baccello di vaniglia*, lasciandone da parte mezzo bicchiere.
Poi toglietelo dal fuoco e lasciate riposare col baccello dentro per almeno 10 min.
Nel frattempo in una casseruola a parte, lavorare i tuorli con lo zucchero utilizzando uno sbattitore elettrico, fino a quando il composto non risulterà cremoso, spumoso e biancastro.
A questo punto incorporate un terzo del latte a cui avete tolto la stecca di vaniglia, a filo continuando a mescolare e di seguito la farina setacciata. Continuare con le fruste elettriche.
Rimettere sul fuoco assieme al resto del latte (non al mezzo bicchiere ma a quella parte rimasta nella pentola).. e cominciare a cuocere mescolando senza fermarsi con una frusta per evitare che si formino grumi. Appena comincerà ad addensarsi aggiungete il 1/2 bicchiere di latte e continuate fino a quando la crema non avrà raggiunto la consistenza che desiderate!




* potete sia aprire il baccello e metterne i semi solo, per un sapore alla vaniglia più deciso, o immergere la stecca senza aprirla per un sapore più delicato.

Rotolo farcito

ingr.

150 gr di zucchero
150 gr di fecola di patate
3 uova
2 cucchiaini rasi di lievito

Montare a neve gli albumi, unire zucchero, fecola, rossi e da ultimo il lievito. Versare direttamente il composto sulla teglia del forno rivestita con apposita carta. Cuocere 10 minuti a 180 gradi.
Capovolgere su un telo da cucina inumidito e arrotolare subito in modo che si stacchi la pellicola. Stenderlo, bagnare con alchermes. Si puo' farcire con 250 gr di panna montata a neve con zucchero a piacere mescolata con 250 gr di mascarpone. Oppure è ottimo farcito con 250 gr di mascarpone mescolata con nutella. Arrotolare il tutto. Mettere il rotolo avvolto nella carta di alluminio in freezer per almeno un'ora. Quindi tagliare a fette.
Questo rotolo si puo' fare anche in anticipo e lasciare in freezer fino al bisogno, facendolo poi scongelare qualche ora.

grazie a catiari

L'importanza di un buon sonno



Salve mammine, in questa discussione vorrei parlarvi dell'importanza del sonno nei bambini.
Parto col dirvi che un buon sonno è alla base di un'equilibrio mentale e fisico indispensabile. Fargli fare una bella notte, lunga e serena e i vari pisolini diurni hanno la stessa importanza del cibo. E' infatti durante queste ore di riposo che la maggior parte delle attività che riguardano la loro crescita, si attiva.

In questa fase l'organismo rinnova i tessuti e il cervello rallenta le proprie attività.
Gli studi hanno dimostrato che i neonati ed i bambini che non hanno abitudini di sonno sano posso avere un livello d'attenzione più breve e questo influisce anche sulla loro concentrazione. Questo perchè durante il sonno si attivano e sviluppano i processi di memorizzazione e apprendimento, inoltre gran parte dei collegamenti neuronali si produce durante il sonno.
Quando il bambino è sveglio fa le scoperte necessarie alla sua crescita ma è durante il sonno che si realizzano i collegamenti cerebrali relativi a queste nuove scoperte.
Inoltre la perdita di sonno influisce anche sulla loro capacità di adattamento, ovvero essere in grado di superare con facilità i compiti sia mentali che fisici e questo è direttamente correlato al successo scolastico. Un piccolo, ma costante nel tempo, deficit del sonno ha possibili effetti a lungo termine proprio sulle funzioni cerebrali.

In generale il nostro corpo usa il sonno per rigenerare le cellule, rinfrescare il cervello e attivare tutte le funzioni che servono per il nostro sviluppo globale, sia fisico che mentale e di conseguenza anche della nostra salute. Durante il sonno, il corpo umano è in grado di rigenerare follicoli piliferi, unghie, le unghie dei piedi e anche il rivestimento esterno della pelle.
Le persone tendono a credere che il corpo ha solo bisogno di ricaricare l'energia spesa per la giornata di lavoro ma in realtà è tutto un ciclo di rigenerazione che si attiva molto più velocemente quando il cervello non controlla l'azione.

Il sonno inoltre influisce anche sul comportamento.
I bambini che sono stanchi fisicamente sono impulsivi, iperattivi e facilmente distratti. La ricerca mostra che questi bambini presentano un temperamento più difficile e si annoiano facilmente. Ciò può avere effetti devastanti sulle relazioni del bambino con la famiglia, i coetanei e altri adulti, come docenti o baby sitter.

Ma anche sulla salute il sonno influisce direttamente.
La perdita di sonno può influenzare la funzione immunitaria cellulare. Sbagliate abitudini di sonno possono rendere un bambino molto più vulnerabile alle malattie comuni e ai virus. Tutto questo può creare problemi a tutta la famiglia, può significare più giorni di assenza da scuola e un sonno ancora più disturbato a causa della malattia.

Un elenco di comportamenti che vengono determinati da un cattivo sonno sono:
scontrosità
irritabilità
irascibililtà
possono essere polemici
piangono di più
sono più violenti (usando l'azione fisica come sfogo della stanchezza)
piangono pure per delle sciocchezze

Un importante aggiunta a questa lista è l'iperattività. Molti genitori credono che il loro bambino non sia stanco fino alle 10 di sera perché è "bouncing off the walls" (molto attivo) e sono sorpresi di apprendere che questo comportamento apparentemente sveglio è invece un [color=red]classico segno di stanchezza[/color]. Anche se sembra controintuitivo, il corpo ha una risposta allo stress neuro-ormonale, al fine di adattarsi e rimanere svegli. Questa risposta fisiologica aumenta i livelli di

cortisolo
adrenalina 
noradrenalina

 Questi ormoni aiutano a scuotere il corpo, così da essere in grado di restare sveglio.

I bambini più sono stanchi e più rilasciano questi ormoni, rendendo così sempre più difficile la fase dell'addormentamento e perpetuando un ciclo di abitudini di sonno non adatti e controproducenti. Un circolo vizioso che va a grave danno sia del bambino che dei genitori i quali saranno costretti a stare svegli anche durante le prime ore della mattina.

FISIOLOGIA DEL SONNO


E', a mio parere, importante saper distinguere le varie fasi del sonno di un neonato che sono decisamente diverse da quelle nostre.
I cicli del sonno si alternano tra la fase lenta e quella REM


Fase lenta:


si definisce così perchè si ha un rallentamento dei ritmi cerebrali, le onde disegnate su un tracciato encefalo-grafico sono ampie e lente man a mano che il sonno diventa profondo. Viene distinto in: assopimento, sonno leggero, sonno abbastanza profondo, sonno molto profondo in cui non si hanno movimenti degli occhi il respiro e il battito cardiaco restano molto regolari. Questa è la fase in cui il sonno è più profondo ed è più difficile svegliarsi. E' in questa fase che vengono rilasciati gli ormoni della crescita.

fase REM (Rapid Eye Movements):


questa questa fase viene anche definita come *paradosso* in quanto, mentre il corpo è totalmente immobile, con un'attività muscolare assente, il cervello invece è in piena attività, come se si fosse svegli. E' durante questa fase che si hanno i sogni e questi vengono ricordati più facilmente se usciamo dal sonno (cioè svegliamo) durante questo ciclo REM.

Da quando ci addormentiamo a quando ci svegliamo si susseguono diverse volte le due fasi. E' una sorta di entra ed esci dal sonno onirico e questo avviene (in un individuo sano) in modo abbastanza regolare. Ad esempio durante un sonno notturno di 7/8 ore entriamo ed usciamo dalla fase REM per circa 4/5 volte.
Negli adulti la fase REM è del 25%,la restante è quella di sonno lento.

Nei bambini i cicli che racchiudono la fase REM da quella più leggera definita *lenta* sono del 55% del primo e 45% il secondo!
Questi cicli di sonno "lento" e sonno REM, compaiono verso la trentesima settimana di vita fetale, quindi anche nei prematuri.
Le fasi più profonde del sonno "lento" compaiono solo dopo i tre mesi. Almeno nel primo mese di vita questo ritmo è sia diurno che notturno; dorme dalle 16 alle 20 ore al giorno, per periodi che vanno dalle due alle quattro ore; si addormenta sempre in fase REM che dura dai 10 ai 30 minuti; puo' svegliarsi in un momento qualsiasi di una queste fasi.

Il sonno REM dei neonati, a differenza di quello degli adulti, è spesso segnato da movimenti e agitamenti anche fisici, intercalato anche da piccoli risvegli e riaddormentamenti relativamente veloci. Questo spesso ha come risultato che i genitori, credendo il bambino sveglio, si precipitano a prenderlo interrompendo questa fase e svegliandolo, magari proponendogli del cibo, questo impedisce invece al bambino di raggiungere la fase successiva più calma del sonno.
Se questo accade molto spesso nelle prime settimane di vita, può purtroppo accadere che il bambino prenda l'abitudine inconscia di svegliarsi alla fine di ogni fase REM, ogni mezz'ora nei primi mesi, ogni 2 ore nel giro di un paio d'anni. Avrà disimparato a dormire per una notte intera.
I ritmi compaiono dopo il primo mese di vita: il sonno è un po' più lungo di notte.

[color=purple]Come possiamo riconoscere i segnali di stanchezza dei nostri bambini?[/color]
Il pianto nei bambini è il solo mezzo comunicativo che hanno. Non sapendo ancora parlare e non potendo chiaramente dire qual'è il loro disturbo usano il pianto nella speranza che vengano capiti e il loro bisogno così soddisfatto.
Il pianto *da sonno* è uno dei più difficili da decifrare, anche perchè noi adulti non siamo più abituati a questo tipo di reazione alla stanchezza.
C'è da dire anche che la natura ha fatto in modo che il pianto sia una emissione di suoni sgradevole all'udito definito da uno studio fatto con l'intervento di musicisti che hanno analizzato questo suono, come appunto un suono sgradevole, disarmonico ai limiti dell'avversione. Non stupitevi se il pianto ripetuto del neonato sia la causa scatenante dell'abuso sui minori, soprattutto dalla parte della madre.
Ogni bambino ha un suo caratteristico pianto da sonno, e solo la madre potrebbe essere in grado di distinguerlo. Ma non è semplice come dirlo. Di solito il pianto per stanchezza comincia con un mugolio, un lento lamento che è l'avviso della prima realizzazione del bambino della sua stanchezza; questo mugolio si va intensificando sempre di più se non viene ascoltato o meglio *capito* fino ad arrivare ad un pianto forte di spossatezza.

Vorrei precisare che sarebbe auspicabile non far arrivare il bambino a dover piangere per comunicare la sua stanchezza, riuscire a capire prima i piccoli segnali gli eviterebbe questo tipo di comunicazione che non è certo la migliore visto che il pianto è pur sempre lo sfogo di un bisogno non ancora soddisfatto.. direi abbastanza frustrante no?

Prima che ci sia il pianto il bambino ci comunica il suo voler dormire con segnali più piccoli e tranquilli.
Fra questi ci sono: stropicciamento degli occhi o del viso in genere, sbadigli, momenti di trance (ovvero momenti in cui il bambino fissando qualche cosa sembra avere lo sguardo perso nel vuoto), occhietti segnati (piccole borsicine e arrossamenti)..
Poi ogni bambino avrà i suoi e noi mamme dobbiamo imparare a capirli il prima possibile, infatti se riusciamo a cogliere l'attimo giusto, anche la fase di addormentamento sarà più veloce e tranquilla.



fonti
http://www.medicina33.com/articolo-554-fasi-del-sonno-sonno-lento-sincronizzato-sonno-non-REM-sonno-REM.html
http://www.bimboflap.it/risorse/rubriche/massaggio/sonno.html
http://www.psicoterapia-corporea.it/sito/index2.php?option=com_content&do_pdf=1&id=182

siti interessanti
http://www.ilmiobaby.com/imbol/pages/pdf/diagrSonnoInfan.pdf

Il Primo trimestre



Eh si, il primo trimestre è così, ancora non ci crediamo, non lo sentiamo. Abbiamo tutti i sintomi o forse nemmeno quelli, la pancia è come sempre eppure tutto è cambiato. Ne abbiamo ragione ma ancora non consapevolezza. C'è chi smette di fumare e chi invece riduce drasticamente (e chi, diciamolo.. non ci riesce proprio a smettere), stiamo più attente a cosa dobbiamo mangiare, abbiamo paura di cadere, o forse mangiamo come sempre ma abbiamo di certo ridotto se non eliminato l'alcool e magari ancora andiamo in motocicletta tranquille e serene (ma sempre con un po di timore).. Insomma, il primo trimestre è veramente un periodo confuso, in cui cominciano i cambiamenti nella nostra vita quotidiana ma al tempo stesso ne siamo ancora molto attratte. E' un periodo transitorio, in cui guardiamo i bambini delle altre con fare sognante e passiamo davanti le vetrine dei negozi premaman col desiderio di entrare e svaligiare tutto.. ma poi ritorniamo in noi e pensiamo che no, non si compra nulla ancora, è presto.
Si è presto per tantissime cose, ma il nostro corpo ha ormai avviato la macchina della vita, lui cambia anche se non ce ne accorgiamo. Il nostro metabolismo accellera (tra il 10 e il 25% in più). Il cuore pompa al massimo (cosa che resterà per tutto il tempo della gravidanza), la respirazione si fa più veloce... insomma eccovi:

I PRIMI CAMBIAMENTI

FISICI
Come vi ho già accennato, durante la gravidanza il vostro corpo comincerà lentamente a trasformarsi, accogliere la vita che vi è dentro assecondando i cambiamenti di tutto il vostro organismo. Lentamente questi cambiamenti diventeranno parte della vostra vita, potreste cominciare ad avere voglia di cibi più sani, l'umore magari sarà traballante, potreste anche avere avere delle perdite del desiderio sessuale.
In effetti gli ormoni cominciano a ballare il tip tap dentro di voi causando così tutti questi sbalzi repentini di umore. Il progesterone e l'estrogeno diventano la causa del rigonfiamento del seno e della sua più accentuata sensibilità. Potrebbero apparire i tubercoli di Montgomery, piccoli noduletti che si formano intorno all'aureola, a quale tenderà a scurirsi. L'utero comincerà si dai primi tempi a dilatarsi fino ad arrivare a premere nella vescica, causandone la frequente stimolazione che vi farà scappare in bagno molto spesso. Questo allargamento dell'utero comporterà anche un aumento del bacino che inizialmente potrete non avvertite, ma che sarà l'alba di un cambiamento molto più profondo.
E' probabile che sentirete la necessità di bere molta acqua (cercate di berne almeno 7/8 bicchieri), di assumere carboidrati, questo pechè il vostro organismo adesso ha bisogno di sostenere la crescita di una vita in più, ma anche della placenta, dell'utero e del seno. Sentirete improvvise sonnolenze che vi coglieranno in qualsiasi momento della giornata, il vostro corpo ha infatti bisogno di molte più energie e per questa ragione è importante che riposiate molto.
Evitate farmaci, alcol e cibi poco nutrienti evitate il fumo.. in questo periodo è molto importante molto più delle fasi successive.

MENTALI
Anche qui vi ho già scritto che probabilmente non sentirete particolari cambiamenti. Si, penserete che avete una vita dentro, che tutto comincerà ad avere sapori e colori diversi.. ma saranno soprattutto ragionamenti mentali, infatti i questi primi tre mesi non sentiamo fisicamente quello che sta avvenendo e questo ci fa stare ancora legate alla nostra vita di prima. Comincerete comunque ad entrare nell'ottica che da adesso in poi non penserete solo a voi ma a voi con lui. Questo è uno dei cambiamenti mentali più importanti. Non siete più da sole, qualsiasi cosa farete, qualsiasi cosa proverete la proverà anche quel piccolo, comincerete a guardarvi sotto un punto di vista nuovo, avrete un nuovo rapporto con la vostra femminilità, col vostro corpo, sarà un periodo di intimità con voi stesse molto particolare e nuovo. Proprio per queste ragioni, la gravidanza sarà unica e speciale per ogni donna, gli aspetti mentali di questo periodo saranno diversi da donna a donna o meglio, da mamma a mamma!

MA CHE FORMA HA LA NOSTRA PICCOLA VITA?

l'embrione è ormai impiantato e le sue cellule cominciano a specializzarsi, ognuna di esse avrà una sua funzione ben precisa. Inizialmente si potranno distinguere i tre strati che da quello più interno (che diventerà i suoi polmoni, il pancreas, tiroide, fegato, vescica e condotti urinari) al mediano (che darà origine ai reni, allo scheletro, ai muscoli, gonadi, milza, vasi sanguigni e cellule del sangue) sino al più esterno che si trasformerà nella pella, ghiandole sudorifere, capezzoli, capelli unghia, seno se è una femmina, smalto dei denti e occhi.
Ha una forma a gamberetto e le sue dimensioni di solito saranno intorno ai 4 millimetri e peserà circa un solo grammo!!
Dalla seconda settimana apparirà una macchia che sarà il midollo spinale, il suo cuore comincerà a battere dalla terza settimana e sarà in questo momento che si formeranno i principali organi. In questa delicatissima fase potranno arrecare danno tutto ciò che è fumo, alcol o infezioni.
Da adesso lo sviluppo sarà molto veloce e già verso la decima settimana cominceranno a vedersi i primi lineamenti del corpo. Si potrà distinguere già la testa (sproporzionatamente più grande rispetto a tutto il resto del corpo), compariranno gli occhi e i primi abbozzi di narici, labbra e orecchi. Anche le palpebre faranno capolino così come la punta del naso. Tutti gli organi sono presenti e anche le principali strutture sono formate. A questo punto il feto avrà come dimensioni 2,5cm e il peso di 3 grammi.
Il nostro gamberetto è pronto per entrare al secondo trimestre.. e noi?

QUALI ESAMI DOBBIAMO FARE?

Gruppo sanguigno, fattore RH, test di Coombs indiretto
Esame emocromocitometrico: rivela presenza di anemia, carenza di piastrine ecc.
AST, ALT, creatininemia, glicemia: indici funzionali del fegato, del rene e del metabolismo degli zuccheri.
VDRL, TPHA, Toxotest, Rubeotest, HBsAg, Anti-HCV, Anti-HIV1-2: per sapere se si è portatori di: Sifilide, Toxoplasmosi, Rosolia, Epatite B, Epatite C, AIDS. Il Toxotest e il Rubeotest se negativi vanno ripetuti mensilmente per tutta la durata della gravidanza.
Esame urine: per eventuali alterazioni renali. Stabilisce un'eventuale presenza di infezione delle vie urinarie. E anche la presenza di diabete.
Pap-test: può essere omesso se effettuato negli ultimi due anni
- 10-13 settimane
Ecografia ostetrica

fonti
http://www.fioriblu.it/mamma/gravidanza/primo-mese-gravidanza.htm

link interessanti
http://www.pourfemme.it/foto/sviluppo-feto/
in questo sito potete vedere le foto di un feto nel primo trimestre.. un fagiolino :o)
http://www.bimboflap.it/risorse/rubriche/novemesi/gravidanza1.html
in questo troverete tutto riassunto in una semplice tabella

to be continued...


I contenuti di questa pagina hanno un valore puramente indicativo; il lettore deve quindi consultare altre fonti di informazione; nei dati inoltre sono sempre possibili errori e/o omissioni. L'autore non è responsabile degli effetti derivanti dall'uso di queste informazioni.

"pesche" dolci al liquore





Ingredienti:
500 g di farina
100 g di burro
200 g di zucchero
2 uova
una bustina di lievito per dolci
nutella
1 dl di alchermes(a piacere diluito con acqua)
zucchero
Fate fondere il burro a bagnomaria, in una terrina sbattete luovo con lo zucchero fino a quando il composto non sarà spumoso e aggiungete la farina e il burro fuso, lasciate riposare il composto per circa 10 minuti e aggiungete il lievito sciolto in un po di latte.Con limpasto formate delle palline leggermente schiacciate dalla grandezza che desiderate, di solito sono grandi come una noce, mentre li preparate posateli su una teglia ricoperta di carta da forno, mettete la teglia nel forno caldo e lasciate cuocere i dolcetti per 15 minuti circa a 180 gradi.
Quando i pasticcini saranno pronti toglieteli dal forno e lasciateli raffreddare(meglio farli un giorno prima) poi posate la nutella su una parte dei dolcetti e accoppiateli due a due per formare le pesche.Bagnate le pesche nel liquore, passatele nello zucchero e posate le pesche su un piatto da dolci.


grazie a diadivi :o)



Apple pie



Apple pie
ingredienti Frolla: 
300 gr farina
130 gr burro
1 cucchiaio di zucchero semolato 
60 ml di acqua ghiacciata
1 pizzico di sale


Ingredienti ripieno:
6 mele sbucciate e tagliate pezzetti
1 scorza di un limone + il suo succo
80 gr zucchero
1 cucchiaio di cannella
noce moscata grattugiata ( io ne metto circa mezza noce ma varia a seconda dei gusti)
1 pizzico di sale


+ dei fiocchetti di burro da aggiungere supra il ripieno 
+ un po' di latte per spennellare la torta.


preparare la frolla unendo i vari ingredienti e aggiungendo man mano l'acqua ghiacciata, evitando di toccare l'impasto con le mani fredde. ( Si pu preparare utilizzando il robot da cucina)
Mettere la palla di frolla in frigo per almeno 30 minuti avvolta nella velina.


Mescolare insieme tutti gli ingredienti del ripieno mentre la pasta riposa in frigo.
Quindi tirare fuori la frolla e dividerla in 2 parti (non proprio a metà perchè il fondo della torta richiede un po' più di pasta). Ungere una tortiera con del burro e spolverare con la farina per evitare che la frolla si attacchi, foderarla e bucherellare la frolla con una forchetta prima di versarci sopra il ripieno.
Ricoprite il ripieno con dei fiocchetti di burro e rivestire la torta con la frolla avanzata bucherellare per far uscire il vapore durante la cottura e spennellare la torta con un po' di latte.


Infornare per 20 minuti a 200 abbassare a 180 per altri 20 minuti, passati i quali lasciar cuocere per altri 20 minuti a 170.


Ps: io metto sempre poco zucchero nella frolla e nel ripieno quindi aumentate pure le dosi se preferite le torte più zuccherose.  


grazie  a Umeneko :o)





Biscotti Rose del deserto



                       


ingr.

2uova
150 g zucchero
250 g farina
180 g burro(sciolto a bagnomaria) 
1 bustina lievito per dolci
1 bustina vanillina
cornflackes 
gocciole di cioccolato 

Mescolare le uova, il zucchero e farina, il burro, lievito e vanillina.Aggiungere le gocciole di cioccolato e mescolare. Con un cucchiaio fatte paline piccole e rotolatele nei cereali corn flackes.
Disporli su una teglia coperta con la carta da forno, meterre nel forno preriscaldato a 180 C per 15 min. spolverate con zucchero a velo a piacere


grazie Diadivi :o) 


 foto presa da  http://www.unapsicologaincucina.it/?paged=6

giovedì 24 febbraio 2011

Pan di Spagna


E allora, come ben sapete il pan di spagna non sempre riesce bene... e difficilmente riesce come vorremmo noi. Alcuni nella ricetta includono il lievito.. ma il vero pan di spagna ne può benissimo fare a meno; questo perchè il lievito dà sempre una sorta di retrogusto fastidioso.. oltre che anche la stessa consistenza risulta strana.. troppo *ariosa* come la definisco io.
Quindi bando alle ciance e armiamoci di frustino e ingredienti!!!!



ing. 6 uova,
180 zucchero,
75 farina,
75 fecola,
un pizzico di sale.
Frullare le uova INTERE (senza separare l'albume) e lo zucchero e il pizzico di sale...
all'inizio avrà questo colore giallino
ma deve diventare quasi bianco e cremosissimo, vi renderete conto che avrete raggiunto il giusto livello di cremosità (fondamentale per la lievitazione) quando SCRIVERA' proprio così:
Per farlo devi sbattere con le fruste elettriche per MINIMO 20 minuti!!

Poi unire la fecola e la farina (mescolandole assieme prima magari anche con un frustino) e aggiungerle nel composto con un setaccio, e mescolando dal basso verso l'alto con un mestolo (per non fare sgonfiare il tutto).
Imburra uno stampo di 24cm di diametro e cospargilo con un poco di farina. Versaci il composto e inforna a 160°
(il forno deve essere già caldo) per circa 40 minuti. Non aprire il forno mentre sta cuocendo, aprilo a fine cottura velocemente per controllare se è cotto (prova dello stuzzichino), richiudilo e se è cotto spegni il forno e lascialo riposare dentro per almeno altri 10 min.

se avete fatto come vi ho scritto questo sarà il risultato
A questo punto potrete tagliarlo sia in una parte che in due considerando l'altezza!! E farcirlo e decorarlo come volete!!

Ovviamente ognuno conosce il suo forno, cosa fondamentale per i tempi di cottura (nel mio ci vogliono circa 40 min ma in altri forni potrebbero anche bastare solo 20 min.
Inoltre se vedete che si sta colorendo troppo nella parte alta.. mettete un foglio di carta stagnola sopra e diminuite la temperatura del forno!

e con questo per ora è tutto.. :P

Molto lieta, sono Erba Moly


Questa stanza è molto simile al concetto che aveva Lao Tzu di vacuità. Quando si entra in una stanza vuota, il primo pensiero è che non c'è nulla, perchè non ci sono mobili, sedie, tavoli, letto.. vuota.
Ma in questo caso si è visto solo l'aspetto negativo e non si è invece trovato l'aspetto positivo:
una stanza è appunto un vuoto, uno spazio destinato a contenere qualche cosa.. il fatto che sia vuota non vuol dire che non sia completa.. anzi al contrario lo è, perchè essa è pronta ad accogliere qualsiasi cosa.
Questa vacuità è spazio.